Il Digital News Report 2023: Come affrontare la rivoluzione digitale e ritrovare la sintonia con i lettori

La presentazione a Torino in collaborazione con il Master in Giornalismo "Giorgio Bocca"
da sinistra, D.Casati, M.Bruschi, D.Bellasio, M.Ferrando, D.Bernardoni, F.Cancellato

Da sinistra, D.Casati, M.Bruschi, D.Bellasio, M.Ferrando, D.Bernardoni, F.Cancellato. Foto dal Master in Giornalismo "Giorgio Bocca".

12th July 2023

Venerdì 16 giugno 2023 si è svolta a Torino la presentazione italiana del Digital News Report 2023.

Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino, e il direttore delle testate Marco Ferrando hanno accolto Federica Cherubini, la nostra direttrice di leadership development, e il dott. Alessio Cornia di Dublin City University, autore del capitolo sull'Italia, per presentare le conclusioni del rapporto e i dati più rilevanti nel contesto italiano.

Alla presentazione ha fatto seguito una discussione sui temi del rapporto tra rappresentanti di importanti media italiani: Marianna Bruschi di Sky tg24, Davide Casati del Il Corriere della Sera, Daniele Bellasio del Sole 24 Ore, Daria Bernardoni da GEDI DIGITAL e Francesco Cancellato di Fanpage.it.

5 spunti di riflessione dalla discussione

La rivoluzione digitale e i prodotti giornalistici. Daniele Bellasio ha esortato i giornalisti a parlare meno degli strumenti del proprio lavoro, gli strumenti di diffusione dell’informazione, concentrandosi di più sull’’informazione stessa. “Noi dobbiamo riconquistare la bellezza principale che ci pone di fronte la rivoluzione digitale, cioè il fatto che ci possiamo occupare dopo dei contenitori. Possiamo invece, e dobbiamo, occuparci prima dei contenuti,” ha spiegato Bellasio. Ha aggiunto: “Prima della rivoluzione digitale, questo non poteva avvenire perché se tu eri un giornalista di un giornale di carta, dovevi occuparti anche del contenitore, perché le regole di quel contenitore erano uniche per quello specifico prodotto editoriale e soprattutto, non si intersecavano con le altre. Invece adesso, tutto questo è saltato: è tutto ibridato e tutto interconnesso.”

Ciò vuol dire innovare, soprattutto il testo, che, avverte Bellasio, è sempre meno importante come fonte di informazione per i giovani. Anche per questo, i giornalisti non possono tralasciare l’audio e il video, o considerarli meno importanti o di nicchia, continua Bellasio. “Se noi siamo snob nei confronti di questi strumenti, audio e video, corriamo il rischio che tutto il mondo dell’informazione vada da tutt’altra parte mentre noi ci attardiamo.”

Di contenuti, formati e piattaforme di distribuzione parla anche Francesco Cancellato: “Noi rischiamo di perdere la sfida della digitalizzazione e la sfida dei nuovi formati se non affrontiamo il tema della distribuzione come merita.” A dimostrazione di come la distribuzione plasmi il contenuto, Cancellato porta l’esempio di Fanpage. Nel 2016 e 2017 la testata online accoglieva l’80% del traffico da Facebook, mentre oggi quella percentuale è solo il 20%. Il cambiamento del modello di distribuzione è stato accompagnato da un cambiamento del contenuto, che si è dovuto adattare agli algoritmi e le preferenze delle nuove fonti di traffico. Da tanti brevi contenuti su una notizia, il formato premiato da Facebook, il contenuto è diventato lungo, dettagliato ed originale per essere premiato dai motori di ricerca, da dove proviene oggi buona parte del traffico di Fanpage.

Creatività e originalità nel giornalismo odierno. I contenuti hanno un impatto anche da un punto di vista economico, ha sottolineato Marianna Bruschi. Citando i.  dati del Digital News Report  sugli abbonamenti, Bruschi ha ricordato che  il 22% dei non abbonati indica il poter avere accesso a contenuti di migliore qualità come  la circostanza che li incoraggerebbe di più a pagare per le notizie. Questo dato rappresenta un’opportunità per le testate giornalistiche, ma anche un rimprovero, ha sottolineato Bruschi. “Ci sta dicendo che non ci sono contenuti originali, o non abbastanza. Ci sta dicendo che ci siamo un po’ omologati,” ha spiegato Bruschi. Nel mondo dei media c’è bisogno di ripensare alle storie che le testate riportano, e anche a come si fanno le selezioni per le prime pagine, o per le newsletter, ha spiegato Bruschi. “Se ci pensiamo bene, in tutta onestà, non sempre pensiamo al lettore.”

Gli algoritmi e la polarizzazione. Le nuove tecnologie portano agevolazioni ma anche nuove sfide da affrontare. Daria Bernardoni ha parlato degli algoritmi, il tema di uno dei capitoli del rapporto. “Alla fine, l’algoritmo è molto più umano di quanto pensiamo, nel senso che l’algoritmo va a premiare dei comportamenti degli utenti che magari restano impliciti in altri media più tradizionali e che riguardano l’economia dell’attenzione, l’engagement e il modo in cui cerchiamo di spendere il nostro tempo.” Ma l’algoritmo premia anche la polarizzazione del dibattito, ha aggiunto Bernardoni, sottolineando come una realtà influenzata dagli algoritmi ci porti a interrogarci sul limite tra attivismo e giornalismo perché premia coloro che, come fanno spesso gli influencer o attivisti, espongono opinioni forti,. A volte, gli attivisti online criticano le testate giornalistiche per articoli che non vanno d’accordo con i propri valori, un’azione legittima, ha detto Bernardoni, chiedendo però: “A livello di metodo, siamo sicuri che la due diligence del giornalismo la debbano fare degli attivisti sui social, premiati da un algoritmo non per criteri di profondità di opinione o di studio ma banalmente di successo di pubblico?”

Anche Davide Casati si è soffermato nella sua riflessione sul tema della diffusione controllata da algoritmi e dalle metriche della distribuzione seguite dalle testate. Secondo Casati, le metriche principali su cui si concentrano molte testate sono una delle cause che crea l’omologazione dei contenuti. Il privilegiare metriche di successo standardizzate, spinge giornalisti a creare contenuti simili,a rincorrere le stesse storie e ad avere homepage , dei giornali si assomigliano sempre di più. 

Guadagnarsi l’attenzione e la fiducia dei lettori. Casati ha parlato anche di come, quando i quotidiani di carta erano la principale fonte di accesso alle notizie da parte del pubblico, una testata come Il Corriere della Sera era abituata ad essere ben conosciuta da tutti i lettori, a non doversi spiegare o presentarsi al pubblico. Con l’avvento delle nuove tecnologie, Il Corriere si ritrova invece a contendersi l’attenzione dei lettori con tante altre fonti di informazione. In questo mondo, i giornalisti di tutte le testate, comprese quelle storiche, devono impegnarsi tutti i giorni per guadagnarsi audience e fiducia. “Si ricomincia tutti i giorni, in tutti i momenti,” a lavorare per la fiducia dei lettori, ha detto Casati. 

Il dialogo con i lettori. Per combattere la news avoidance e rimanere rilevanti, le testate devono dialogare con i propri lettori, conclude Cancellato. “Dovremmo essere molto più all’ascolto e molto più in dialogo con chi fruisce del nostro lavoro.” Questo, insieme all’impegno giornaliero di cercare storie originali e di scriverle bene per guadagnarsi la fiducia, può essere un modo in cui il giornalismo può superare le tante sfide moderne presenti nel Digital News Report.
 

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